Credete nella vita dopo la morte?
Sempre più spesso si sente parlare di Eredità Digitale, ma cosa significa?
“Eredità Digitale” significa continuare a vivere oltre la morte; è un termine, sempre più utilizzato, per descrivere tutto ciò che riguarda la nostra identità digitale dopo la morte.
Prendiamo in considerazione tutti i nostri account, social network ma anche posta elettronica, contengono i nostri dati che al momento della nostra morte rimangono lì bloccati paradossalmente ferme in un limbo virtuale fra vita e morte.
Avrai sicuramente sentito dire “Finché morte non ci separi”, ecco forse questa frase non vale più.
In passato, alla morte di una persona il fiduciario legalmente riconosciuto poteva cercare documenti cartacei di conti bancari, azioni, fatture da pagare.
Oggi la situazione è molto diversa perché molte persone hanno scelto di non utilizzare la carta ma hanno digitalizzato tutti i nostri dati.
Eredità digitale: cosa succede in caso di morte di una persona?
Secondo la legge italiana, tutti i diritti passano agli eredi, ma senza le credenziali di accesso questi incontrano numerose difficoltà di ordine pratico.
Ogni “social network” ha un modo diverso di gestire la morte di un utente.
Il profilo Facebook continua a funzionare e a ricevere notifiche e commenti. I parenti del defunto possono però chiedere che sia trasformato in “account commemorativo”, nel quale solo gli amici online possono aggiungere commenti.
Twitter disattiva automaticamente un account dopo sei mesi di inattività.
Linkedin, invece, lo disattiva solo se viene segnalata la morte dell’utente.
Nel caso di Google, invece, ciascuno può decidere preventivamente dopo quanto tempo di inattività dell’account si deve presumere la morte dell’utente, da 3 a 18 mesi.
Per evitare problemi agli eredi, la soluzione migliore è quella di affidare le proprie credenziali digitali (le password) a una persona fidata, che provvederà a consegnarle agli eredi dopo la morte del titolare. Questa persona può essere nominata esecutore testamentario, oppure mandatario “post mortem”, con un documento ufficiale redatto da un notaio.
La semplice consegna delle password a una persona non equivale alla nomina di un erede.